Nuovi spazi della cultura per Pesaro 2024 e nuove opportunità per riflettere sul tema ‘La natura della cultura’. Come quelle dello Spazio TORRSO – nel cuore del centro storico in via Spada 28 -, diretto da Michele Cotelli, che a partire dal 21 gennaio partecipa al programma di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024, con il ciclo di appuntamenti espositivi ‘UN/NATURAL’. Questo il titolo del progetto articolato in 5 mostre – da gennaio fino a dicembre – che vogliono rappresentare altrettante occasioni per indagare, con artisti diversi, ‘la natura mobile, ubiqua, imprevedibile, operosa e vivente della cultura’, come recita il dossier di Pesaro 2024.
Il terzo appuntamento verte sul concetto di identità e alterità. Usciti dall’epoca del mito e del rito, dove regnava una verità costituita e condivisa, e puntato il cannocchiale verso il cielo e il microscopio dentro ai propri tessuti, l’umano si è messo in moto attraverso le tecniche e i suoi linguaggi alla ricerca della verità e dell’autodefinizione. Ha giovato tanto affinamento e specializzazione delle discipline nella capacità di cogliere il fenomeno? Oggi, l’altro, una volta incasellato parcellizzato e descritto minuziosamente, riesce ancora ad essere portatore di senso o stiamo assistendo ad un impero del linguaggio che si autoriproduce senza più cogliere il reale? Quali sono le ripercussioni sull’identità individuale di tale sfasamento tra significato e i mille significanti che lo puntano senza mai coglierlo? E cosa rimane del corpo mentre l’occhio è immerso nel cannocchiale?
UN/NATURAL #3 Io Altro è il titolo della mostra che affronta tali temi e vede coinvolti gli artisti Luca Campestri e Lorenzo Scarpellini, con la cura di Alessandro Mescoli.
Biografie
Luca Campestri (Firenze, 1999) si stabilisce a Bologna nel 2018, dove si forma, frequentando i corsi di Decorazione Arte e Ambiente e di Pittura Arti Visive all’Accademia di Belle Arti, e dove correntemente vive e lavora. La sua ricerca si serve dei media dell’installazione video, fotografica e sonora focalizzandosi sul concetto di spettro in quanto essere parziale: ciò che non è più o non è ancora, ma i cui effetti continuano a perpetuarsi o precedono la messa in atto. Dunque le opere di Campestri si configurano spesso come l’impronta lasciata da una memoria che va disgregandosi e mettono in scena luoghi affettivi e dinamiche di disgregazione mnemoniche e dell’immagine.
www.lucacampestri.com
Instagram: @luca.campestri
Lorenzo Scarpellini (Ravenna, 1994), vive e lavora a Ravenna dove si è laureato all’Accademia di Belle Arti nei corsi di Arti Visive e Mosaico. La sua ricerca ruota attorno ai concetti di transitorietà, metamorfosi, ma anche di effimero e antico, ed è molto affascinato dalla lenta e perpetua trasformazione che la materia compie durante la sua permanenza in una forma: tutto è destinato a cambiare e modificarsi, a degradarsi e a rinascere, in un infinito e continuo stravolgimento e scambio di informazioni. Costruisce le sue sculture per addizione, combinando insieme molteplici materiali, che sono frammenti o propriamente macerie. La loro scelta non è arbitraria, tendenzialmente sono materiali di recupero come legni, ossidi, terre, ferro, carbone, calce e plastica assemblati mediante cartapesta preparata con vari elementi come calce grassello, cemento, ossidi di metallo e polveri di pietra, al fine di ottenere corpi con particolari texture ed effetti visivi insoliti.
Instagram: @lorenzo_scarpellini