L’inclinazione alla rappresentazione scenica è sempre stata una tendenza naturale della gente montegiorgese, testimoniata dai secoli passati. Già dal Settecento il gusto di dare uno specchio alla società del tempo con la metafora scenica è documentata dall’esistenza di teatrini presso abitazioni private.
Fu nel 1770 che venne inaugurato un teatro, realizzato in un salone del primo piano del vecchio palazzo comunale, interamente costruito in legno, con tre ordini di palchi e quaranta posti per gli spettatori in platea. La struttura, rispondendo a un desiderio popolare, fu molto utilizzata. Non trascorsero molte decine d’anni che infatti andò in il deperimento. Il numero limitatissimo di posti e la difficoltà di eseguire opere di restauro, suggerirono nel 1869 un’idea risolutiva. L’architetto locale Giuseppe Sabbatini venne così incaricato di realizzare un progetto per un nuovo teatro, che doveva occupare l’intera superficie del vecchio palazzo comunale. Nel 1884 i lavori in muratura, ad esclusione della facciata di nord-ovest che non fu mai completata, si potevano dire terminati. Le decorazioni, gli arredi e le pitture furono ultimati nel 1889, quando si procedette con il collaudo. Due anni più tardi, nel giorno inaugurale la struttura venne ufficialmente denominata Teatro dell’Aquila e per mandare alla memoria l’evento venne rappresentata l’opera “Maria di Rohan”, una composizione del musicista bergamasco Gaetano Donizetti la cui prima era stata allestita nel 1843 alla Fenice di Venezia. L’opera, nell’occasione montegiorgese, venne interpretata da Maria Tassinari, soprano famosissima, con la direzione di Goffredo Sacconi.