Il complesso, di notevole interesse archeologico, faceva parte di un santuario risalente al periodo tiberiano (prima metà del I sec. d.C.) e dedicato alla dea Salus Augusta secondo quanto attesterebbe la scritta Salus Augustae Salviensis presente sui bolli laterizi.
L’insieme si componeva di un Tempio prostilo esastilo, situato sopra un podio monumentale, nel quale era ospitato il simulacro della divinità e da un criptoportico che lo circondava, caratterizzato da struttura semisotterranea divisa in quattro gallerie, tre delle quali erano divise in due navate.
Le pareti erano riccamente decorate con affreschi, divise in tre fasce, ancora perfettamente leggibili nel braccio meridionale, raffiguranti scene di caccia e naturalistiche, maschere lunari, motivi iconografici legati alla propaganda augustea.
Nelle sale interne del Museo Archeologico Statale di Urbisaglia è custodito il materiale ceramico rinvenuto nel Criptoportico e riprodotta fotograficamente in scala la porzione di parete affrescata del Criptoportico finora rimessa in luce.