Piobbico è un comune di origine medievale posto a 339 metri sul livello del mare, in una ridente valle, protetto da due montagne: il Nerone (1526 mt.) e il Montiego (975 mt.), alla confluenza di due fiumi, il Biscubio e il Candigliano, che si uniscono, al centro dell’abitato.
È dominato dall'imponente mole del monte Nerone, una delle più alte vette dell’Appennino Umbro-Marchigiano, che incombe sulla valle del fiume Candigliano con ripidi pendii ed è inciso da valloni, forre, archi naturali e spettacolari canyon scavati nella roccia calcarea. In una delle sue grotte, alcune delle quali visitabili e di facile accesso, sono state ritrovate ossa di Ursus spelaeus risalenti a migliaia di anni fa, i cui resti sono conservati nel museo civico.
Numerosi sono gli sport praticabili e le escursioni che possono essere organizzate nel suo territorio.
La storia del luogo si identifica con quella della famiglia dei Brancaleoni, capitani di ventura ai quali fu affidato il territorio di Piobbico come feudo intorno all’anno 1000 e che fu da essi guidato per ben cinque secoli. Edificarono inizialmente un imponente castello su uno sperone del Monte Nerone, poi scesero a valle e costruirono il loro Castello, che fu trasformato nel corso del tempo, dal XII al XVII secolo, a simbolo del consolidato prestigio della famiglia. Piobbico divenne comune autonomo nel 1827 per decreto di Leone XII.
Nel pregevole Palazzo Brancaleoni, situato sulla collina che domina la confluenza del Candigliano col Biscubio, vari corpi di fabbrica e vari stili architettonici si sovrappongono armoniosamente. Esso vanta affreschi e decorazioni a stucco, opera di Federico Brandani; ospita, oltre al Museo civico, una ricca sezione geo-paleontologica ed espone testimonianze della famiglia Brancaleoni con vestiti e gioielli; di particolare pregio sono il cortile d’onore e la Camera Greca.
Sulle alture del paese sono presenti altre rocche e castelli parzialmente ridotti in ruderi, che fungevano da posti di guardia, eremi, o vecchie abitazioni dei Brancaleoni. Tra i più importanti, l’eremo di Morimondo, i ruderi del Castello di Mondelacasa (o Monte della Casa), detti i Muracci, i Castelli Castiglione e dei Pecorari.
Si ricorda inoltre la Chiesa di Santo Stefano, riedificata dai Brancaleoni nel 1784 dopo un terremoto, in stile barocco. Al suo interno si trova l’importante pala Riposo della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto di Federico Barocci(1593-1680) e una serie di statue di profeti e personaggi biblici attribuiti allo scultore F. Brandani.
Alle pendici del Monte Nerone nel Santuario di Santa Maria in Val d’Abisso, realizzato in stile romanico con navata unica, sono esposte opere artistiche del '500.
Dal 1879 ha sede a Piobbico l’originale Club dei Brutti, conosciuto in tutto il mondo. Esso conta oltre 30.000 iscritti e 25 sedi in tutto il mondo. Ogni anno, il 7 settembre, si tiene il festival ad esso dedicato.
Tra le associazioni naturalistiche e ambientali si ricorda il Centro di Educazione Ambientale Monte Nerone e Alpe della Luna.
La stazione sciistica di Monte Nerone rientra nel territorio del comune di Piobbico. Situata sul versante nordest del monte tra i 1290 ed i 1430 metri di quota, è costituita dalla Sciovia del Mandrione; dispone di 5 piste per un totale di 6.050 km e di altri servizi.
Tra gli eventi principali si ricordano: l’infiorata, denominata La Fiorita, nel pomeriggio della Domenica del Corpus Domini, seguita dalla processione; l'8 settembre, in occasione della Natività di Maria Vergine, si svolge la tradizionale e folkloristica Processione delle Rocche; in agosto la Sfilata Rinascimentale e il Palio della Pannocchia ricordano il giuramento di fedeltà fatto dal Conte Antonio II nel 1576, dopo la battaglia di Lepanto, al Duca di Urbino Francesco Maria II, in seguito al quale grandi privilegi verranno concessi alla famiglia dei Brancaleoni; in ottobre si svolgono la Sagra del polentone alla carbonara e la Mostra del fungo; nel periodo natalizio il Presepio vivente; il Premio Costanzo Felici in onore del il medico e naturalista Costanzo Felici vissuto alla corte dei Brancaleoni nella prima metà del XVI secolo.