Lapedona è un comune collinare d’impronta medievale, situato in un territorio abitato sin dall’antichità.
Il suo nome compare per la prima volta in un documento del 1148, nel quale il vescovo di Fermo, Liberato (1128-1150), conferma all’eremo di Santa Croce di Fonte Avellana (PU) il possesso di chiese e beni nella diocesi fermana, tra cui la chiesa di San Quirico intra castellum qui dicitur Lapidona.
Probabilmente l’originario castello di Lapedona inglobava la chiesa di San Quirico, l’attuale centro storico sorse agli inizi del Trecento mediante il fenomeno dell’incastellamento e il trasferimento dei titoli rurali delle chiese.
Il castrum Lapidone è inserito nell’elenco dei castelli che Aldobrandino d’Este, marchese di Ancona, assegna alla città di Fermo il 10 giugno 1214, malgrado esso dipese da essa a partire dal 1238, ossia quando il vescovo-conte di Fermo Filippo II affidò al comune tutte le proprietà della chiesa, dal fiume Potenza al Tronto.
Attraverso l’antica porta Marina, perfettamente conservata, con arco a sesto acuto ornato da merli ghibellini, si accede al centro storico. Sotto il portico del cinquecentesco palazzo comunale, abbellito da archi difformi, si trova un cippo funerario di epoca romana, sul quale si distinguono iscrizioni e bassorilievi.
La chiesa di San Nicolò è decorata con un bel soffitto ligneo ed espone sull’altare maggiore una tela di Simone de Magistris. Un portale in stile neoclassico immette nella chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Quirico, dove sono custodite due pregevoli sculture in legno.
Nei dintorni dell’abitato si erge inoltre la piccola chiesa di Santa Maria Manù, che conserva le sue purissime linee romaniche senza concessioni a virtuosismi architettonici.