L'abbazia Benedettina, situata ad Amandola, ai piedi dell'omonimo Monte, a circa 850 m. slm., nei Monti Sibillini, fu dedicata in origine al solo S. Anastasio, probabilmente prima del Mille; sembra sia esistito un documento, menzionato da Leopardi, ma mai rinvenuto, in cui si attestava una donazione di terre del Re Liutprando (713-744) al convento.
Le prime notizie documentate risalgono invece al 1044. La costruzione ha subito profonde modificazioni a partire dal 1295 fino al XV sec., per cui dell’originale struttura resta solo l’ala destra, dove sono visibili alcuni archi appartenenti al chiostro, e parti frammentarie dell’abside rettangolare.
Per il resto, l’edificio è stato ridotto nelle dimensioni, in lunghezza, ed é stato invertito il suo asse principale, collocando l’ingresso, sopraelevato, nella parte absidale rettangolare, mentre, nel 1461, alla base dell’ingresso originale, é stato ricostruito un campanile.
L’impianto interno è ad unica navata, con copertura a capriate, ed anch’esso, come le altre abbazie coeve, presenta un’unica scala che mette in comunicazione la navata con il presbiterio rialzato; ai lati, un corridoio introduce nella cripta. Quest’ultima ha una sola navata, sorretta da un unico pilastro centrale, illuminata da monofore, ubicate ai lati della scala d’ingresso.
A causa del sisma del 2016, la chiesa risulta inagibile. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo (numeroverde.turismo@regione.marche.it).