Le Marche sono costellate da circa un centinaio di abbazie, spesso a breve distanza l'una dall'altra. In questo itinerario sono state raccolte le più importanti aperte al pubblico, che raccontano il fiero Medioevo di questa regione.
Visitare un'abbazia rappresenta un momento di conoscenza e di meditazione unico: tra i molti primati che le Marche detengono, infatti, va annoverato anche quello di essere state tra le prime aree geografiche della penisola ad aver accolto il fenomeno del Monachesimo, un movimento spirituale nato in Oriente nel III sec. d.C., diffusosi in Occidente già nel VI sec. grazie alla carismatica personalità di S. Benedetto da Norcia: la sua Regola, infatti, prima vera costituzione scritta del Monachesimo, basata sulla dignità del lavoro e sulla santità della preghiera, rappresenta l’avvio di un nuovo modello di vita che avrà enorme diffusione in Europa e costituirà uno dei pilastri nel processo di formazione della civiltà occidentale.
Agevolate dall’accessibilità dei percorsi vallivi, dal Foglia al Tronto, già fin dai secc. VII e VIII le Marche si popolarono di cenobi e monasteri (tra cui spiccano quelli fondati da San Romualdo dell'Ordine camaldolese), spesso a breve distanza l’uno dall’altro, lungo le vie percorse dai primi romei, i pellegrini che andavano a Roma. Una decisiva spinta alla propagazione del movimento viene impressa dall’edificazione di numerose abbazie che si pongono come veri e propri baluardi di fede e di religiosità, dando origine al tempo stesso a cellule aggregative ed economicamente organizzate, connotate da forti contenuti sociali e culturali all’interno del lento e complesso processo di formazione della società medioevale.