Nel processo di messa a disposizione del pubblico di una raccolta privata come fonte di conoscenza, un riferimento storico importante è la Libreria che Giovan Battista Corradi, erudito e prelato nato nell’anno 1600 a Monsampolo, eresse a beneficio del pubblico nell’Ospedale di Sant’Alessio, da lui fondato nella città natale.
Secondo la descrizione riportata nel Breve di Clemente X del 1676 , emanato a difesa di tale istituzione e attualmente conservato nella Biblioteca Civica di Monsampolo, "in esso sono otto camere, provviste di suppellettili e una Biblioteca che chiamano Tomistica nella quale possono applicarsi a studi letterari persone studiose di qualsiasi grado e condizione, cioè ricchi, poveri, secolari ed ecclesiastici, e specialmente cittadini ascolani, i quali sono soliti accorrervi in ogni tempo per sollievo intellettuale".
Enrico Liburdi nel saggio "Del fondatore della Biblioteca Tomistica di Monsampolo e dei suoi incunaboli" ne traccia il ritratto di un sacerdote dalla personalità ricca e vivace, un erudito seicentesco, dedito alla stesura dei testi di storia latina, di grammatica classica e volgare , di retorica e devozionali. Laureato in teologia, Corradi coltivò le scienze mediche e si adoperò nel soccorso degli ammalati, una vocazione scientifica e uno spirito caritatevole che lo condussero alla realizzazione di un Ospedale per i pellegrini che si recavano ai santuari della S.Casa di Loreto e di S.Michele al Gargano. L’annessa Biblioteca accoglie i volumi di medicina insieme alle opere di religione che rappresentano i maggiori interessi di studio del Corradi.
L’intitolazione tomistica assegnata alla biblioteca dal suo fondatore ha la sua ragione d’essere nella preminenza data alla filosofia aristotelico-tomistica come base culturale del repertorio bibliografico della libreria. Una cultura elaborata e diffusa in tutt’Europa attraverso la Ratio Studiorum dei Gesuiti, e appresa dal Corradi nel Collegio Romano dei Gesuiti di cui fu prima allievo, poi assiduo frequentatore.
La biblioteca dispone di un fondo antico costituito da circa 1300 volumi tra cui incunaboli (secolo XV) e rari volumi del XVI e XVII secolo per lo più adornate da pregevoli illustrazioni xilografiche. Le opere trattano di religione, medicina, astronomia, geografia, storia, letteratura, filosofia, musica e retorica. Sono presenti alcune rare edizioni di famosi tipografi che vanno ad arricchire il valore bibliografico di tali opere quali i parigini Giovanni Petit, Nicola Bonaspes, Jadoco Bladio, Giovanni Prato e De Marnef; i lionesi Francesco Fradin, Stefano Guegnard, Giovanni Clein, Guglielmo Huyon, Giacomo Myt, Antonio de Ry, Giovanni Morghin, Dionisio Harsy, Benedetto Boumyn e Giovanni Crespino. Di Basilea: Baldassare Lapi e Tommaso Piatti; di Colonia: Eucherio Cerviconi. Tra gli italiani sono presenti: Giunti, Grifi, Soncino, Manuzio, Arrivabene, Scoto, Gregori, Suardi, Rusconi, Bon, Bindoni, Stagnino, Sessa.
Il fondo possiede prestigiose edizioni tra cui diverse opere di fra Girolamo Savonarola, che attestano la particolare venerazione del Corradi per il domenicano. I Domenicani erano forti sostenitori della filosofia tomistica di San Tommaso d’Aquino, a cui si opponeva lo scotismo, il fatto di aver intitolato Tomistica la biblioteca rende chiara l’adesione del Corradi alla scuola filosofica domenicana. Il Corradi fece delle annotazioni sul frontespizio di quasi tutti i volumi, inoltre spesso cancellò alcuni brani con fittissimi tratti di penna al fine di censurare parti da lui ritenute poco ortodosse.
Nel 1989 in seguito al progetto “Centro di Documentazione sui beni culturali dei Centri minori Piceni” è stato avviato il programma di catalogazione dell’intero fondo e di restauro su circa 200 volumi tra incunaboli e opere del XVI secolo. Al fondo antico si è affiancato un fondo moderno di circa 3000 volumi, attualmente in fase di catalogazione.