Il Parco è un’oasi ambientale che si sviluppa attorno al Monte Conero per circa 6000 ettari, coperti per la maggior parte da macchia mediterranea a picco su uno splendido mare. Proprio sulle falesie che si precipitano nelle spiagge sassose è possibile trovare alcune delle specie vegetali più preziose del parco come il ginepro rosso, l’euforbia arborescente e l’euforbia veneta. Altra unicità di quest’area sono gli unici esempi di stagni salmastri retrodunali delle Marche, che si trovano a Portonovo.
In autunno allo spettacolo del mare spesso in burrasca è possibile abbinare quello dei colori offerto dal fenomeno del foliage. Nei versanti nordorientali, ai boschi dei sempreverdi lecci si accostano molti esemplari di carpino nero, roverella e acero d’Ungheria. Sono tutti alberi che mutano le loro foglie assumendo colori che coprono una gamma cromatica che va dal giallo-ocra fino al rosso acceso.
Il rosso scarlatto è anche il colore che in autunno assume la pianta caratteristica del Conero: si tratta del corbezzolo, riscontrabile un po’ ovunque nel paesaggio del parco ma in particolare sul versante sud del monte, più soleggiato. In autunno il corbezzolo si tinge di rosso, ma non per il cambiare delle foglie, ma perché maturano i suoi frutti, bacche rotonde di sapore dolciastro, con una caratteristica buccia granulosa.
Secondo l’ipotesi più diffusa, è proprio il corbezzolo (in greco kòmaros) ad aver dato il nome al monte.
Sempre nel versante sud, oltre al solito leccio, troviamo fillirea, lentisco, caprifoglio mediterraneo e l’orniello, le cui foglie in autunno assumono una colorazione gialla e talvolta di un acceso rosso borgogna.