Chiesa di S. Agostino

 

La chiesa di S. Agostino, con annesso convento, fu commissionata tra il XIV e il XV secolo dai Monaci dell’ordine di S. Frediano di Lucca confluiti poi nell’Ordine dei Canonici Regolari Agostiniani. L’esterno conserva due interessanti portali di cui uno presenta una scultura a bassorilievo raffigurante San Giovanni Battista che regge con una mano la chiesa di S. Agostino e, con l’indice della mano destra, indica la chiesa a lui dedicata nella piazza poco distante mentre l’altro corrisponde ad un portale gotico cuspidato e con doppia strombatura sopra il quale si trova un rosone con motivi a zig-zag. L'interno, a una unica navata e con una copertura a capriate riscoperta nel 1939, conserva resti di affreschi del periodo medioevale, un portale e due tabernacoli dell'epoca rinascimentale. L’altare maggiore è decorato da un sarcofago longobardo del VII secolo proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Loreto di Fermo, oggi distrutta. A coronamento del presbiterio lo stupendo Polittico di Vittore Crivelli che fu commissionato all’artista dal Priore degli Agostiniani per la chiesa di S. Agostino alla fine del ‘400. Il dipinto, 2,37 di altezza per m. 2,50 di larghezza, fu realizzata con tecnica a tempera su tavole di olmo secondo un gusto tardo-gotico arricchito da citazioni bizantine, sintomo dell’influsso subito dai fratelli Crivelli nel loro soggiorno a Zara, in Dalmazia.
Il significato dell’opera è ripercorribile attraverso i molteplici riferimenti simbolici come la mela e la pera, simboli del peccato originale e poste all’altezza della testa della Madonna, rappresentazione della redenzione dell’umanità perché priva del peccato originale e Immacolata in quanto madre del Redentore, il Divino Bambino seduto sulle sue ginocchia nell’atto di impartire la trina benedizione. Nel registro superiore Cristo che salva l’umanità con la sua passione, morte e risurrezione. Ai suoi lati sono S. Sebastiano, S. Girolamo, S. Nicola da Tolentino e S. Caterina d’Alessandria. Nel registro inferiore, da sinistra verso destra, i santi S. Giovanni Battista, S. Paolo e S. Agostino.
La parte sottostante la predella ricorda il furto dell’opera del 12 febbraio del 1972 per la mancanza di quattro formelle scomparse e mai più ritrovate. Le restanti, rinvenute in una chiesa abbandonata nei pressi del cimitero di Cupra Marittima mostrano il Cristo Risorto, col vessillo crocifero, tra i Dodici Apostoli.


 
 
 

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