Immerso in un’atmosfera da leggenda, tra aria pulita e panorami eccezionali in tutte le direzioni, il percorso che va dal Rifugio della Sibilla fino a Castelluccio di Norcia, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, non è adatto per chi soffre di vertigini o è alla prima esperienza di trekking, ma delizierà la vista con tutte le sfumature che la montagna sa offrire. Trattandosi di una traversata che si estende per 18 km, si consiglia di farsi venire a prendere o di lasciare un’auto al punto di arrivo.
Dal Rifugio Sibilla si imbocca un sentiero lungo il quale il cuore si riempirà di bellezza: già dopo pochi passi, un pendio vertiginoso vi si staglierà davanti mostrando tutta la valle del Tenna, con il famoso Infernaccio. Più avanti, in un avvallamento in mezzo al bosco, si potrà scorgere l’Eremo di San Leonardo, un edificio dalla storia millenaria. Proseguendo tra emozionanti affacci sulla valle dell’Aso e sulle cime più alte dei Sibillini, si scopriranno il regno incantato della leggendaria Grotta della Sibilla, dimora di una maga dedita alle arti divinatorie, e il Sasso di Palazzo Borghese, una parete calcarea sotto cui nasce un laghetto abitato da un minuscolo crostaceo, il Chirocefalo della Sibilla.
Attraversata la splendida faggeta di Macchia San Lorenzo, la meta sarà appena al di là della sconfinata prateria di Pian Perduto, incastonata tra monti dai colori pastello. La cena sarà l’occasione per assaggiare alcuni piatti tipici come zuppa di fagioli, castagne e funghi o le tagliatelle con spinaci selvatici e scaglie di pecorino.
Per gli escursionisti più avventurosi, l’Alta via delle Marche – i cui percorsi attraversano le aree interne della regione - riserva un altro itinerario mozzafiato: da Montemonaco, in provincia di Ascoli Piceno, fino al celebre Lago di Pilato. Attraversando un habitat naturale unico nel suo genere, sarà possibile scoprirei misteri che circondano il lago - si narra riposi nelle sue acque il corpo di Ponzio Pilato - e ammirarlo nella sua forma ‘a occhiale’, quando le nevi si sciolgono ed è alimentato unicamente dalle piogge.