La terra di Campo della Pieve custodiva gelosamente una perla archeologica, venuta alla luce verso la fine degli anni 90’, un tesoro unico nel suo genere: si tratta della Domus del Mito, una residenza gentilizia di epoca romana datata I secolo d.C., scoperta per caso.
La pavimentazione affiorata è quella originale del I secolo d.C. e rappresenta scene legate alla mitologia classica, ecco perché è stata battezzata “Domus del Mito”. Secondo la leggenda la Domus fu un omaggio degli Dei per celebrare l’amore contrastato ma indissolubile tra il ricco romano Mennenio e la povera celtica Nicia. Le divinità lasciarono il loro segno all’interno della Domus nei mosaici che rappresentano scene della mitologia classica. Nella stanza più grande, il ritratto di una figura maschile reca in mano il prodotto tipico di questo territorio: il tartufo. Gli Dei, oltre ad aver donato la Domus ai due giovani, hanno voluto lasciare una traccia tangibile di questo amore lungo i secoli attraverso la presenza del tartufo bianco e del tartufo nero, colori opposti com’erano agli antipodi i due amanti, che pure rimasero sempre uniti. Ecco perché Sant’Angelo in Vado ama definirsi “La terra benedetta dagli Dei”. Ed ecco perché è meta di tanti turisti che vengono a lasciare in consegna alla Domus le loro pene d’amore, certi che ancora oggi qualcuno dall’alto possa esaudirli come fece con Mennenio e Nicia. Tesori preziosi sono conservati anche all’interno della Pinacoteca civica della città; particolare menzione merita la figura del Cristo del XVII secolo disegnato a 360 gradi, dotato di una profondità accecante e stupenda, o il suggestivo quadro cinquecentesco di Federico Zuccari, che mostra tutti i componenti della famiglia in una posa particolare e nuova.
Conclude il tour artistico Palazzo Mercuri, edificio del XIX secolo: nei suoi freschi sotterranei prendono vita gli antichi mestieri medievali; qui infatti è stato realizzato il Museo dei vecchi Mestieri, che conserva materiali e oggetti delle più importanti tradizioni vadesi, come l’ebanesteria, l’oreficeria o la falegnameria. Il primo piano dello storico palazzo, invece, è completamente affrescato e in uno di questi dipinti si può godere dell’essenza stessa di Sant’Angelo in Vado: nella stanza del banchetto prende vita la storia d’amore tra due giovani, storia che si consuma proprio nel bucolico e rasserenante scenario della cittadina, con i suoi boschi ricchi del pregiato e caratteristico tartufo (contenuto anche all’interno del cestino raffigurato) e le sue cascate (si pensa sia rappresentata proprio la Cascata del Sasso). Al secondo piano è possibile visitare il Museo Archeologico Tifernum Mataurense che raccoglie le testimonianze archeologiche della omonima città romana.