Acquasanta Terme è un comune della provincia di Ascoli Piceno che si trova lungo la via Salaria, strada consolare del sale che collega Ascoli Piceno a Roma, dove il torrente Garrafo confluisce nel Tronto. La località è inserita in un particolare contesto naturale, caratterizzato da colline e dalle montagne del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel cui territorio è compresa, e dai Monti Sibillini.
Gli amanti delle escursioni troveranno meta ideale tra i suoi boschi di castagni, abeti, faggi e querce. A partire dalle frazioni Pito, Pozza e Umito si possono raggiungere le suggestive mete del Parco della Laga quali le cascate della Volpara e Prata, e la Macera della Morte.
Le castagne, i funghi e i tartufi dei boschi che la circondano sono apprezzati dagli amanti della buona tavola.
La località è conosciuta sin dal tempo dei Romani per le sue preziose acque termali. Il complesso termale propone un accattivante pacchetto di trattamenti (fangoterapia, centro benessere, centro estetico, piscina solfurea, ecc.).
Il territorio comunale è inoltre arricchito dalla presenza di importanti bacini estrattivi di travertino.
Acquasanta propone anche interessanti itinerari di tipo culturale, come l’affascinate Castel di Luco, una fortezza a pianta ellittica edificata nel XIV secolo, situata a breve distanza dal centro abitato, eretta sul bordo di uno sperone roccioso (a seguito del sisma del 2016 la struttura è stata danneggiata). Dell’epoca romana rimangono monumenti imponenti quali il ponte sul Garrafo, primo ponte in pietra della Salaria, ad una sola arcata a tutto sesto che sorregge ancora un ponte sovrapposto dell'Ottocento. Nella frazione Ponte d’Arli si possono ammirare i muraglioni romani di sostegno della Salaria del periodo augusteo e il cinquecentesco Ponte Vecchio, edificato dai maestri Comacini nel più rigoroso rispetto dei sistemi costruttivi utilizzati dai romani, singolare esempio di connubio tra architettura civile ed ambiente naturale. In adiacenza al ponte vi è un mulino ad acqua del XVII secolo.
Tra gli edifici religiosi si ricordano, nel centro città, la Chiesa di San Giovanni Battista, con due dipinti di Giulio Cantalamessa, pittore e critico d’arte dell’ 800 ascolano, e la Chiesa a pianta circolare di Santa Maria Maddalena, risalente al XIV sec., la quale conserva all’interno una Maddalena, dipinto settecentesco di Cardi da Cagli. Nelle frazioni, invece, la Chiesa di San Giovanni ad Acquasanta (XIII secolo) con pala d'altare di Cola dell'Amatrice; la Chiesa di San Lorenzo a Paggese (XIII secolo) con un pregevole Trittico cinquecentesco “La Madonna con il Bambino tra S.Marco e S.Lorenzo” attribuito a Pietro Alemanno, un baldacchino in travertino del XIV secolo di pregevole fattura e le splendide pietre tombali in travertino incastonate nel pavimento della chiesa; la duecentesca abbazia-monastero farfense di San Benedetto nella frazione Matera con resti di affreschi a Valledacqua.
Si ricorda inoltre, per gli interessati alla storia, il Cimitero partigiano internazionale di Pozza, situato a metà strada tra le due frazioni di Pozza ed Umito, dedicato alle vittime dell'eccidio nazifascista qui compiutosi nella notte tra il 10 e l’11 marzo 1944, vi sono sepolte le spoglie di 36 partigiani e di una bambina di nemmeno un anno.
Tra le feste tradizionali si ricorda il Carnevale storico del Piceno che fa tappa nelle frazioni di Pozza e Umito. Nel periodo estivo, il simposio di scultura "Le forme del travertino” e il 10 agosto la Festa di San Lorenzo, con la rievocazione storica in costume e la cena medievale nella piazza di Paggese. Si svolgono inoltre la Festa d’Autunno, che si tiene la terza domenica di ottobre e consiste in una coloratissima mostra-mercato dei prodotti del bosco oltre a mostre fotografiche e spettacoli a tema e, nel periodo natalizio, la Rassegna dei Presepi Artigianali del piccolo borgo di Quintodecimo.
Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati.