Il comune di Montalto delle Marche è sito nella fascia collinare che va dalla costa Adriatica alla Catena dei Sibillini, ad una distanza percorribile in venti minuti, sia dal mare che dalla montagna.
Il territorio era frequentato già nella preistoria e, infatti, il Museo Archeologico ospita numerosi reperti del neolitico (6.000 a.c.) e della cultura appenninica (2.500 a.c.), picena (VII sec. a.c.), romana e di epoche successive.
Nel 1215 San Francesco d'Assisi, secondo la tradizione popolare, sceglie questo territorio per diffondervi la sua Regola, fondando nella pace di un bosco secolare il Convento delle Fratte, ricco di affreschi di scuola giottesca.
In questo convento compirà i suoi studi Felice Peretti che, eletto Papa nel 1585 con il nome di Sisto V, darà a Montalto il titolo di Città. Durante il suo secondo anno di pontificato (1587), donò alla sua "patria carissima" il Reliquiario con Imago Pietatis e Scene della Passione (detto "Reliquiario di Montalto"), oggetto di straordinario valore artistico. Esso, realizzato in oro e pietre preziose, è conservato presso il Museo Sistino Vescovile. Alcuni dei privilegi concessi dal pontefice permisero a Montalto di divenire non solo un centro culturale ed artistico attivo e ricco di interesse per le opere qui conservate, ma anche di mantenere alcuni privilegi fino all'Unità d'Italia.
A Montalto delle Marche nacque l'architetto Giuseppe Sacconi, conosciuto soprattutto per essere stato il progettista dell'Altare della Patria a Roma. Il suo studio è stato ricostruito nella Pinacoteca Civica della città.
Interessanti sono altresì il Museo delle carceri, dove sono presenti graffiti e disegni dei reclusi sulle pareti delle celle e al cui interno è installato un impianto fonico attraverso il quale è possibile ascoltare storie autentiche dei carcerati drammatizzate da una compagnia teatrale, ed il museo L'Acqua, la Terra, la Tela, entrambi presso la sede municipale (lesionata dal terremoto del 2016).
Le frazioni che attualmente costituiscono il comune di Montalto sono Montalto/Sistina, Patrignone, Porchia e Valdaso. In frazione Patrignone la Porta del Borgo porta l'epigrafe di Re Manfredi. Il centro medievale ben conservato fu patria di Antonio Bonfini, umanista di fama internazionale, primo storico della nazione ungherese. Di particolare pregio la Chiesa romanica di Santa Maria in Viminato contenente affreschi dei sec. XIV, XV, XVI.
Nella frazione Porchia, il Torrione risale al XIV secolo; frammenti del passato medievale si colgono in tutta la struttura del paese. Si possono ammirare una pregevole tavola del Pagani e una stupenda Natività del XV secolo affrescata nella Cripta della Chiesa di Santa Lucia. A Valdaso l'alternarsi geometrico dei frutteti con i campi coltivati ad orto dà al paesaggio il carattere di un'umanizzazione totale. Il torrione dell'antico mulino di Sisto V spunta imponente tra i coltivi.
Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.