Magnifici luoghi di svago e vita mondana, fatta di banchetti e piacevoli conversazioni immerse nel profumo dei fiori e all’ombra degli alberi, nel Rinascimento i giardini giocano un ruolo importante nella vita di corte. Celebre ad esempio è il giardino pensile che Federico da Montefeltro fece realizzare nel Palazzo Ducale di Urbino, o Villa Imperiale di Pesaro, con il suo splendido ‘giardino all’italiana’, tra filari alberati, sculture e giochi d’acqua.
La piacevolezza e la salubrità dell’ambiente naturale e agreste era nota sin dall’antica Roma. Ed è così che gli umanisti rinascimentali, attraverso lo studio dei classici latini, avevano riscoperto i benefici del trascorrere il tempo all’aria aperta, circondati dalla natura. Nel Quattrocento, all’interno dei palazzi aristocratici, comparvero bellissimi giardini, curati in ogni dettaglio. Nelle Marche è il Duca Federico da Montefeltro che per primo fece realizzare, nel suo Palazzo Ducale di Urbino, un magnifico giardino pensile. Ecco che nell’epoca rinascimentale, il giardino perde la sua antica connotazione religiosa per acquisire un’impronta profana: proprio il giardino pensile di Urbino infatti era collocato tra gli appartamenti del duca e quelli della duchessa, a cui si accedeva solo dalle stanze interne della dimora. Sebbene mantenesse alcuni legami stilistici con il giardino religioso, (ambienti quadrangolari e chiusi), l’uso è profondamente diverso: da luogo di raccoglimento, ad ambiente di gioco, svago e relax.
In questo periodo ha un incredibile successo anche una nuova tipologia architettonica: la villa. Già alla metà del XV secolo Alessandro Sforza avviò a Pesaro la realizzazione di Villa Imperiale, che sarebbe divenuta la più mirabile residenza di campagna della regione. Famoso è il suo meraviglioso giardino, che presentava un modello poi conosciuto come “giardino all’italiana”, caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi, ottenuta con l'utilizzo di filari alberati e siepi, sculture vegetali, specchi d'acqua geometrici, accostati a statue e fontane.
Molti dei giardini marchigiani, soprattutto quelli costruiti dal XVII secolo in poi, pur avendo numerose caratteristiche tipiche del giardino all’italiana, sono famosi per la peculiarità di lasciar scorgere l’ambiente paesaggistico e collinare circostante. Di dimensioni abbastanza limitate, sono concepiti come scenario teatrale dove si aprono terrazze affacciate su suggestivi panorami collinari, aprendo visuali e prospettive aeree che integrano architettura e natura, coinvolgendo il paesaggio circostante nella composizione, come in un unico quadro.