Il porto antico di Ancona

 
I Dori fondarono la città di Ancona nel 387 a.c.; si fermarono in questo luogo per le possibilità che il porto naturale offriva. La costa infatti forma un gomito, da cui il nome Ancona (Ankon, in lingua greca gomito), che offre un riparo naturale dal mare. Già nel III secolo a.C. il golfo era usato dai Piceni per gli scambi commerciali con i Greci.
Il porto greco non corrisponde esattamente a quello attuale, ma, secondo la tradizione storiografica, al bacino, molto più ridotto, occupato oggi dall'area di costruzione e alaggio delle navi del Cantiere navale, facente parte dei Cantieri Navali Riuniti - C.N.R. della Fincantieri. Nel periodo romano il porto fu notevolmente ampliato, grazie all'imperatore Traiano, che ordinò la costruzione del primo tratto dell'attuale Molo Nord. Per ricordare quest'opera, che rendeva più sicuro l'accesso all'Italia, il Senato e il popolo romano fecero costruire nell'area portuale l'Arco di Traiano, presumibilmente opera dell'architetto di fiducia dell'imperatore, Apollodoro di Damasco, eretto intorno al 100 d.C. I Saraceni durante i loro saccheggi alla città avvenuti nel IX secolo danneggiarono anche il porto e razziarono le statue in bronzo dorato presenti sull'Arco di Traiano.
Dall'XI secolo, nel periodo del libero comune e della repubblica marinara, il porto fu ricostruito e fortificato, inglobando la parte dell'area del porto attuale che va dalla Lanterna agli scogli (oggi sotto le banchine portuali) sottostanti il colle Astagno. L'Ancona medievale si sviluppò parallelamente al fronte portuale, nell'area compresa tra il colle Guasco, dominato dal Duomo di San Ciriaco, ed il colle Astagno, dominato dal convento e dalla Chiesa di San Francesco ad Alto, dov'era collocata la Porta Capodimonte, principale via d'accesso da terra alla città.
Fra il XIII ed il XIV secolo Ancona e Ragusa, alleate tra loro, furono tra i porti più importanti dell'Adriatico, secondi solo a Venezia, che fu avversaria tenace di entrambi. Nei secoli successivi, con la scoperta dell'America e lo spostamento dei traffici dal Mediterraneo all'Atlantico, il porto subì un drastico declino.
La ripresa avvenne nel 1732, quando Papa Clemente XII concesse alla città il porto franco e finanziò le opere di ampliamento e ristrutturazione del porto, con la realizzazione di tre opere importanti: il Molo Clementino, prolungamento dell'antico molo di Traiano; un nuovo lazzaretto, su una grande isola artificiale appositamente realizzata; una nuova porta di accesso alla città dal porto: l'Arco Clementino. Queste opere, che furono alla base della rinascita del porto e di un nuovo periodo di floridi traffici, furono commissionate dal pontefice all'architetto Luigi Vanvitelli.

Il percorso pedonale del porto antico inizia da Porta S. Primiano e può essere agevolmente raggiunto a piedi da Lungomare Vanvitelli, attraverso il ponte pedonale sovrastante gli scavi del porto traianeo.
Il segnale rosso disegnato sul manto stradale fornisce un'indicazione di viaggio: il visitatore è invitato a seguire un percorso segnato dalle tappe più significative della storia, dalle mura storiche alle rovine del porto romano, dall’Arco di Traiano all’ Arco Clementino, fino al basamento della Lanterna.

L'area è stata inoltre impreziosita da un'opera unica e straordinaria, la fontana realizzata da Enzo Cucchi, l’unica dell’artista situata in un porto. Enzo Cucchi, di origini marchigiane, è diventato famoso a livello internazionale a partire dagli anni Ottanta come uno degli artisti più visionari tra gli esponenti della Transavanguardia. Essa funge da opera di sintesi tra il passato, il presente ed il futuro rappresentati dall’acqua, dai principali monumenti della città e dall’innovativa creazione.

I LUOGHI DEL PORTO ANTICO 

Arco di Traiano 
Le Mura del Porto
I Magazzini del Porto
Arco Clementino
La Casa del Capitano
La Fontana dei due Soli 
Basamento della Lanterna
La Lanterna rossa


 
 
 

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dal Blog #DestinazioneMarche