Istituzione e salotto delle idee, per anni fu sede del “Senato”, sodalizio dei notabili della città. Rara espressione del Liberty nelle Marche, con decorazioni floreali e arredi originali perfetti. Re Vittorio Emanuele fece visita nel 1908 e 1910 per acquistare l’Anisetta Meletti e lo decretò “Fornitore della Real Casa”. Mascagni avrebbe iniziato qui a scrivere l’opera “Lodoletta”. Guttuso, alla fine della Seconda Guerra, vi progettò la rivista “L’Orsa Maggiore”. Sono passati Stuparich, Zandonai, Badoglio, Sartre, Hemingway e Trilussa che, goloso dell’Anisetta Meletti, scrisse “Quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti”.
Ubicato in una delle piazze più belle d'Italia, è stato inaugurato la sera del 18 maggio 1907 per volontà di Silvio Meletti, l’industriale di liquori noto per la produzione dell’Anisetta Meletti. Grazie all’opera dell’ingegner Enrico Cesari e del pittore decoratore Pio Nardini, nasce così un elegante bar in stile liberty caratterizzato dalla ricchezza degli arredi, dallo splendore degli ornamenti e dalla raffinatezza delle pitture che ancora oggi contribuiscono a rendere unica l’atmosfera del Caffè Meletti.
L’architettura del Caffè Meletti è affascinante quanto la sua storia. La palazzina che ospita il Caffè è, nella propria linearità, un elemento che si inserisce con grande eleganza nello scenario cinquecentesco di Piazza del Popolo, apportando anche un delicato tocco di colore con la sua intonacatura rosa antico.
Nel 1981 è stato dichiarato dal Ministero dei beni culturali e ambientali ‘Locale di interesse storico e artistico’.
INFO:
http://www.caffemeletti.it