La Biblioteca Benincasa si trova nel centro storico di Ancona (Via Bernabei 30), poco dopo la Porta di San Pietro (Arco di Carola), sopra Piazza del Plebiscito, non lontana da Piazza Roma.
E’ ospitata nel palazzo cinquecentesco un tempo appartenuto alla famiglia Mengoni Ferretti. La libreria della famiglia Benincasa fu aperta ad uso pubblico nel 1669, secondo le disposizioni testamentarie del marchese Luciano Benincasa. La famiglia Ferretti, nobile, originaria di Gubbio, appartenente all’aristocrazia mercantile e marinara annovera tra i suoi antenati personaggi ragguardevoli come Grazioso Benincasa e suo figlio Andrea, valenti cartografi della scuola anconitana, una delle più importanti del XV secolo, oltre che ricchi proprietari di navi. Luciano Benincasa si distinse, invece, per importanti cariche pubbliche ricoperte nella città e nello stato pontificio e per gli ampi interessi culturali che lo portarono a mettere insieme una libreria di famiglia composta di 2.634 libri fra canonici, civili, storici e geografici. Successivamente la marchesa Eleonora Vincenzi, moglie di Luciano Benincasa "junior" con l’approvazione di Benedetto XIV la donò al Comune insieme con una cospicua somma per l’incremento annuale (1749), comprendendovi l’arredo e due mappamondi. Non essendo stato rinvenuto l’inventario originario della Libreria Benincasa, può essere considerato uno strumento prezioso l’elenco del 1811, conservato in una serie di documenti dell’Archivio storico comunale, da cui risulta una ripartizione in 13 classi dei libri esistenti nella Biblioteca, con una prevalenza di opere religiose e storico-religiose, di argomento legale e di medicina. Da questo primo nucleo si sviluppò la Biblioteca pubblica grazie alle donazioni che si susseguirono soprattutto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, parallelamente al rifiorire della vita culturale della città con gli studi di Michele Maroni, Francesco de Bosis, Cesare Gariboldi, Gustavo Bevilacqua, Carisio Ciavarini, Enea Costantini, Domenico Pacetti.
Nel suo patrimonio librario di cultura generale con prevalenza di opere storiche, letterarie e giuridiche come in origine, sono inclusi dei veri e propri tesori: un ricco materiale geografico e cartografico tra cui preziosi il portolano di Grazioso Benincasa (ms. del 1435) la carta nautica di Andrea Benincasa (1490), la geografia del Berlinghieri, nell’edizione di Niccolò Todesco (del 1480), il "Theatrum Orbis Terrarum " dell’Ortelio (del 1579), la "Topografia della S. Lega" del Coronelli (del 1706), una coppia di globi seicenteschi del Greuter; l’importante collezione musicale Nappi, una collezione di statuti delle principali città marchigiane, di molto interesse per gli studi dell’antico diritto municipale, la collezione Levi con importanti testi di economia e diritto commerciale, la raccolta Giorgio Terni con incunaboli ed importanti testi sull’ebraismo, la raccolta Albertini con rare edizioni di storia locale, la raccolta Mengoni–Ferretti, tra cui la storia manoscritta di Tarquinio Pinaoro, intitolata "Delle Antichità e Nobiltà anconitane Libri LXX" (sec. XVII).
Il Comune di Ancona, inoltre, ha acquisito nel 2008 la raccolta archivistica, bibliografica e iconografica dell’Associazione “Biblioteca delle Donne”, destinandola alla Biblioteca Comunale “L. Benincasa”. Il fondo, attualmente consultabile on-line sull'Opac provinciale, è costituito da opere di narrativa prevalentemente di scrittrici o con protagoniste donne e da opere di saggistica relative alla condizione femminile, pubblicate prevalentemente a partire dagli anni Settanta. Il progetto ha costituito un notevole arricchimento per il patrimonio librario provinciale, infatti circa 600 opere non erano prima presenti in nessuna biblioteca della provincia, ed una ventina non risultavano presenti nemmeno nell'Indice nazionale.