Chiesa dei Ss. Pellegrino e Teresa o degli Scalzi

 
La chiesa dei SS. Pellegrino e Teresa di Ancona si affaccia sull’attuale piazza del Senato. Nell’area sorgeva l’antica chiesa del SS. Salvatore (ornata dal maestro Filippo tra il 1213 e il 1224 - già interprete della facciata della chiesa di Santa Maria della Piazza), nota dalla fine del XV secolo come S. Pellegrino. Qui erano deposte in un unico sarcofago le ossa dei due martiri, S. Pellegrino e S. Flaviano, e l’urna di S. Dasio. Resti provenienti da tale edificio sono oggi conservati nelle sale del Museo Diocesano di Ancona. I Carmelitani Scalzi, ammessi ad Ancona nel 1642, acquistarono la chiesa parrocchiale ormai in rovina. Nel 1706, su progetto del confratello fra’ Giovanni Battista Bartoli (Roma 1668 - Urbino 1741), essi fondarono e dedicarono la nuova chiesa con il titolo di S. Teresa di Gesù (santa fondatrice e riformatrice dell’ordine del Carmelo). Annesso vi era il convento degli Scalzi. I frati officiarono la chiesa fino al 2 gennaio 1798: in seguito all’occupazione francese, il convento fu ridotto a caserma ed i beni in parte venduti. All’epoca della sua edificazione, la chiesa era stretta tra i palazzi Ferretti, a sinistra, e D’Avalos a destra, quest’ultimo andato perduto durante i bombardamenti del 1943. La chiesa, successivamente intitolata ai SS. Pellegrino e Teresa, venne restaurata per i danni causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e dal terremoto del 1972. L’esterno è caratterizzato da una grande cupola di rame d’impronta michelangiolesca, chiusa da una lanterna ben visibile da più punti della città. La copertura della cupola è stata più volte rinnovata: le lastre, originariamente di ardesia, vennero sostituite con piombo (restauro 1841-1847), sino al rivestimento attuale in rame (primo quarto del XIX secolo). La facciata presenta lesene binate ed è coronata da una balaustra che separa i corpi del tamburo e della cupola, conferendo loro maggiore slancio. L’interno è a pianta circolare con due cappelle laterali e un profondo presbiterio che ospita l’altare maggiore, ornato da un crocefisso che richiama i modelli della tradizione bizantina, realizzato tra il 1100 e il 1200. La luce che entra dalle otto finestre del tamburo valorizza i rapporti tra le masse murarie e gli spazi vuoti.
 
 
 

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dal Blog #DestinazioneMarche