La sua storia è legata al monastero di S. Ippolito e S. Giovanni in Silva (760), dipendenza dell'abbazia di Farfa. Nel secolo X l'abate Pietro della suddetta abbazia vi trovò rifugio e per maggior sicurezza costruì un castello sul monte Matenano, dove il 20 giugno 934 l'abate Ratfredo fece trasferire il corpo di S.Vittoria dalla Sabina, dedicando a lei una basilica-santuario con monastero per 10-12 monaci e rendendolo sede vicaria dell'abbazia di Farfa.
L’imponente facciata in stile neoclassico fu realizzata tra il 1783-1793 su disegno dell’architetto Pietro Augustoni (1741-1815) di Como. Sul fianco destro si eleva la torre massiccia con la cella campanaria.
La chiesa di S. Vittoria fu aperta al culto il 15 agosto 1793 e nel 1943 fu elevata a Santuario; la pianta è a croce latina, la sua architettura presenta un armonioso disegno classico.
Le sedici statue, sufficientemente animate, gli altorilievi nei pennacchi della cupola, gli stucchi degli altari laterali sono opera dello scultore Domenico Fontana. Tra le opere conservate nella chiesa è degna di menzione la “La Predicazione del Battista presso il Giordano” di Sebastiano Ghezzi di Comunanza (1590-1650), seguace del Guercino.
Due rampe scendono nella Cripta di S. Vittoria, dove si trova il Sarcofago contenente il Corpo della Santa, realizzato in travertino tiburtino e risalente al secolo XV. I suoi diversi elementi contribuiscono a formare un’opera monumentale, di notevole interesse storico e artistico.