Molino di Ponte Maglio

 

La storia del molino Rastelli si perde nella notte dei tempi: era il 1852 quando un antenato della famiglia Rastelli acquistò la struttura dal Comune, struttura conservata e amministrata da ben cinque generazioni. In realtà, l’attività del molino si attesta al 1392, quando l’acqua già faceva girare le ruote degli impianti idraulici della struttura. Fu nel corso del diciottesimo secolo che il molino incrementò di molto la sua opera, grazie alla lavorazione del rame portata avanti dal maglio, la cui attività stimolò l’artigianato dei borghi limitrofi. È dunque dagli ultimi anni del XIV secolo che l’attuale molino Rastelli è in funzione e non ha mai cessato, rame a parte, di lavorare grano e granturco per creare farine con cui dare vita a pane, dolci, polente. Attualmente la struttura è inglobata in un complesso che comprende diversi corpi di fabbrica di varie epoche, ma il lato a est in cui si trova l’ingresso appare integro. In cima al portone d’ingresso, sul lato sinistro, spicca un’iscrizione in calcare bianco, incorniciata da mattoncini in cotto, che reca a caratteri romani con grafia gotica la data del 1392. La struttura è a pianta rettangolare e si sviluppa su tre livelli; a piano terra si ergono gli apparati molitori all’interno di un locale voltato con botte a sesto acuto. Nei piani superiori trovano spazio i locali che erano adibiti, nel passato, a uso abitativo. Tutto l’edificio è costruito con pietre arenarie squadrate e murate a secco; risalgono a epoche più tarde gli inserti di muratura in laterizio. Ancora oggi è possibile osservare i vecchi canali con sistema di caduta a doccia tramite una botola posta nel vano delle macine; da questi scorreva l’acqua impiegata per far girare la ruota del mulino. Oggi la famiglia Rastelli ha dato vita a un nuovo molino per perfezionare la molitura ed a due silos per lo stoccaggio del grano di qualità dei produttori di zona, al fine di incrementare la produzione, sempre nell’ottica di preservare quella che è a tutti gli effetti un’arte: il mestiere di mugnaio.


 
 
 

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dal Blog #DestinazioneMarche