Uovo di struzzo dalla Necropoli di Pitino di S. Severino Marche

 

Si tratta di una oinochoe (vaso simile alla brocca, usato per versare vino) polimaterica, il cui corpo consiste in un uovo di struzzo decorato ad incisione, particolarmente tenue con un fregio figurato forse originariamente dipinto. Il vaso era completato da un alto collo, piede ed ansa probabilmente in legno, perduti e ricostruiti. Il collo era sormontato da un prezioso bocchello rappresentante una testa femminile in pregiato avorio intagliato. Il vaso, una sorta di raffinatissima e pregiatissima, delicatissima brocca veniva utilizzato per versare vino ed era chiaramente destinato a personaggi del più alto livello sociale.
Una particolarità è rappresentata dalla decorazione figurata che, pur con le inevitabili zone d’ombra dovute alle lacune della superficie, è stata identificata con certezza come un gruppo di almeno tre scene riferibili ad episodi del repertorio mitico greco. Il dato è eccezionale, poiché proietta la comunità di Matelica all’interno di un nuovo quadro storico nel quale i Piceni non erano mai stati inseriti prima: la diffusione in Italia e in Etruria, tra la fine dell’VIII e durante il VII secolo a.C., del mito greco, spesso recepito in versioni non ancora canoniche e con incomprensioni, contaminazioni e aggiunte locali.


 
 
 

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dal Blog #DestinazioneMarche