La Chiesa di San Filippo Neri a Fermo- seconda fondazione filippina nelle Marche, dopo San Severino e prima di Camerino -, adiacente all’ex Collegio dei Padri Filippini, oggi sede del Palazzo di Giustizia, è stata costruita sui resti di una precedente chiesina trecentesca dedicata a Santo Spirito e realizzata con un cospicuo intervento monetario del Comune di Fermo, come documentato da atti e testimoniato dalla presenza delle aquile con corone e croci municipali poste sulle chiavi delle cappelle di crociera e nel fregio dell’altare maggiore. I primi disegni per la nuova chiesa furono realizzati già dal 1593, ma non accolsero il favore dell’erudito e colto Padre Flaminio Ricci, amico di San Filippo Neri, il quale si mostrò viceversa favorevole a un secondo progetto, proposto probabilmente da egli stesso, e suggeritogli dagli architetti dell’importante fabbrica di San Filippo Neri dei Girolamini a Napoli, dove lui era già dal 1592. La costruzione dell’edificio fermano sulla base del nuovo programma maggiormente impegnativo, cominciò nel 1594 e la chiesa sarà consacrata assieme all’Oratorio nel 1607, dall’arcivescovo fiorentino A Strozzi. L’intero piano di lavoro, tuttavia, proseguì a fatica e non fu mai completato nella facciata, anche se dotata di un bel portale di pietra d’Istria, il cui recente restauro realizzato grazie all’intervento del FAI - Fondo Ambiente Italia – ne ha rilevato e rimesso in luce le splendide linee architettoniche derivanti dallo stile dorico e reso, per contrasto, maggiormente visibile anche il portone realizzato dall’ebanista fermano, Giovanni Mistichelli. L’interno della chiesa è caratterizzato da un’aula a croce latina cui fanno da contorno importanti decorazioni in finti marmi, stucchi, gessi, decori con profilature dorate. Due statue in stucco dipinte raffiguranti rispettivamente San Carlo Borromeo, a sinistra, e San Filippo, a destra, sono invece collocate ai lati dell’altare maggiore realizzato in pietra d’Istria, come gli altri della chiesa, con colonne corinzie in giallo antico. La navata centrale è affiancata da due navate laterali rispettivamente divise in tre cappelle inscritte e comunicanti. Le sei cappelle presentano soffitti con volte a crociera e archi di valico con decorazioni a stucco pregiate. Sulle testate del transetto si aprono i due cappelloni, mentre l’incrocio tra la navata centrale e il transetto è coperto da una volta crociera. L’abside è affiancata da due vani quadrati che ospitavano due piccole cappelle gemelle di Sacrestia comunicanti con le due di transetto, compiute su disegno dell’architetto Giuseppe Rossi e terminate nel 1882.
Il prestigio di questa chiesa non è dovuto solamente alla ricchezza di fregi e ornamenti presenti al suo interno, ma è riconducibile anche all’antica presenza di capolavori dipinti su tela realizzati da due dei massimi artisti seicenteschi operanti nel territorio nazionale: L’Adorazione dei pastori del fiammingo Pieter Paul Rubens – già nella cappella di transetto dedicata alla Natività – e La Pentecoste con L’Eterno Padre di Giovanni Lanfranco - già nell’altare maggiore -. Questi due dipinti, oltre alla tela di Pittore marchigiano del XVII secolo con L’Assunzione della Vergine si possono ammirare all'interno della Chiesa di San Filippo Neri recentemente restaurata, grazie ad un accordo fra Regione Marche, Comune di Fermo, MiBACT e Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo.