Musei scientifici di Palazzo Paccaroni

 
Palazzo Paccaroni è ubicato a Fermo lungo il corso Cavour, nella Contrada di San Bartolomeo. L’immobile rappresenta senza dubbio uno degli edifici di maggior pregio di tutto il patrimonio architettonico della città di Fermo. Allo stato attuale, il palazzo, che in passato ha ospitato il Conservatorio di Musica “G.Rossini” risulta occupato da varie attività, a seguito dei numerosi interventi di ristrutturazione.

L’edificio è contraddistinto da uno schema simmetrico in facciata, impreziosito dalla partitura centrale in bugnato di travertino, con accenti scolpiti inerenti il portale e le sovrastanti finestrature, mentre all’ interno possiamo visitare 2 musei scientifici:

- Il Museo Polare “Silvio Zavatti” unico museo in Italia dedicato agli ambienti, ai popoli e alle ricerche polari artiche italiane. Esso nasce nel 1969 a Civitanova Marche per volontà di Zavatti, già fondatore a Forlì nel 1944 dell'Istituto Geografico Polare, di cui è parte integrante. Nel 1985 il Museo viene donato al Comune di Fermo e nel 1993 viene inaugurato a Villa Vitali. Dal 1999 ad oggi ha subito profondi cambiamenti. Alla necessaria inventariazione degli oggetti in esso conservati, ha fatto seguito una nuova organizzazione della struttura, più razionale e rispondente alle moderne esigenze museali. All’ interno possiamo visitare il materiale raccolto dall’ esploratore Silvio Zavatti durante le sue 5 spedizioni polari, e il frutto di donazioni e acquisizioni recenti, tra cui la donazione di Jean Malaurie, Lino Brillarelli e Luciana Gabrielli.

- Il Museo di Scienze Naturali “Tommaso Salvadori” contiene la collezione ornitologica di Tommaso Salvadori, proveniente dalle battute di caccia effettuate nelle Marche (soprattutto nel Fermano e nell’ Ascolano) e dalle escursioni in Sardegna. La raccolta comprende esemplari dell’avifauna marchigiana ed italiana, tra cui specie rarissime come il Falco pescatore, l’Avvoltoio monaco, il Gipeto e il Gufo reale. Molti di questi esemplari sono ricordati da Salvadori nelle sue più autorevoli opere.

Nel 1930 la collezione ornitologica fu donata assieme agli armadi contenitori e all’opera omnia dell’ornitologo alla città di Fermo, da parte della pronipote, signora Gladys Salvadori Paleotti Muzzarelli, perché fosse debitamente conservata ed esposta al pubblico. Salvadori preparò personalmente la maggior parte degli esemplari della sua raccolta, curando la tecnica d’imbalsamazione e scegliendo i supporti usati. In particolare le pose dei soggetti e gli atteggiamenti vivacissimi di molti di essi tradiscono un lungo e appassionato studio dal vero del loro comportamento “da vivi”, certamente frutto di ore di costante e paziente osservazione in natura che solo il futuro e grande scienziato poteva compiere durante le sue esplorazioni.
 
 
 

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dal Blog #DestinazioneMarche