Matelica sorge al centro dell’Alta Valle dell’Esino, circondata ad est dalla catena del Monte San Vicino e ad ovest dall’Appennino Umbro-Marchigiano. L'antico nome della città era Matilica. Antico insediamente piceno, fu poi cittadina romana, di cui restano una domus e vari mosaici visibili lungo Corso Vittorio Emanuele, protetti da una teca trasparente.
Fulcro della città è Piazza Enrico Mattei (fondatore e primo presidente dell'ENI), al centro della quale si trova una fontana cinquecentesca dalla forma ottagonale, in pietra bianca, risale al 1587, progettata dall'architetto della Santa Casa di Loreto, Lattanzio Ventura di Urbino. Dalla vasca centrale emergono quattro statue di divinità marine, sui pannelli figurano stemmi papali di Sisto V e di alcuni Cardinali.
Sulla piazza si affacciano alcuni dei principali palazzi matelicesi: il Palazzo del Governo e l’annesso loggiato, Palazzo Ottoni con la suggestiva loggetta e il Palazzo Comunale.
L'inizio della costruzione del Palazzo del Governo risale al 1271 ad opera dell'architetto Benincasa da Firenze, coadiuvato dal cottomista Bruno da Fabriano. Il palazzo, che fa corpo con la Torre Civica, fu rimaneggiato più volte e questo lo ha danneggiato dal punto di vista dell'unità stilistica.
Lungo le vie e i vicoli sorgono numerosi palazzi nobiliari e chiese che conservano pregevoli opere d’arte; fra di esse la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Francesco, ricca di opere d’arte del sec. XV, e il Teatro Comunale, opera di Giuseppe Piermarini, l’architetto che progettò la Scala di Milano. A Palazzo Piersanti è ospitato l’omonimo museo che prende il nome dalle collezioni di Venanzio Filippo Piersanti, donate nel 1901 al Capitolo della Cattedrale. Tra le notevoli opere conservate dipinti di Bellini, Antonio da Fabriano, Francesco di Gentile da Fabriano, Salvator Rosa, Carlo Maratta, argenti pregiati, mobili rari e di pregio. Da non perdere è il Museo Archeologico, allestito all'interno di Palazzo Finaguerra, ubicato nei pressi del complesso monumentale di San Francesco. Particolarmente ricca è la sezione dedicata alla civiltà picena, con i ricchi corredi di tombe dei secoli VIII-VII a.C. Di particolare rilievo sono le tombe della fase "orientalizzante" (fine VIII-inizio VI secolo a.C.). Di eccezionale interesse, anche per la sua rarità, è l'orologio solare sferico in marmo con iscrizioni in greco, noto come Globo di Matelica, datato tra il I e il II secolo d.C.
Merita una visita anche la frazione di Braccano, originale museo a cielo aperto con circa 70 murales di vari artisti sulle facciate delle case.
La manifestazione più importante che ha luogo a Matelica tra luglio e agosto è il Festival Internazionale del Folklore.
Matelica aderisce all'Associazione nazionale Città del Vino e all'Associazione Nazionale Città del Miele. Rinomato è il vino Verdicchio di Matelica DOC; il Verdicchio di Matelica Riserva è riconosciuto DOCG. La particolare attenzione e l’estrema cura con cui vengono prodotti questi vini ha valso a Matelica l’ambito premio Spiga Verde, ma non solo. Anche le partecipatissime iniziative di promozione turistica e culturale, come la Summer School e il Festival del Sigaro, hanno permesso al comune di ottenere tale riconoscimento.
I PRODOTTI TIPICI
La cucina locale è semplice, ma dai sapori forti e decisi, che rispecchiano le caratteristiche geografiche della regione.
La gastronomia, profondamente legata ai prodotti del territorio, ma capace di grandi raffinatezze, propone antipasti come la crescia con gli sfrigoli o i crostini con fegatini di pollo o coratella di agnello, e primi piatti caratteristici come i vincisgrassi, dalla storia affascinante ed antica, le “tagliatelle della trebbiatura”, i cappelletti in brodo e gli gnocchi con la papera. Tra i secondi, oltre alla carne bovina proveniente da razza marchigiana e fabrianese, che merita particolare menzione, ritroviamo anche i prodotti tipici dell’aia: polli e conigli in potacchio (cottura in bianco con aggiunta di aglio, rosmarino e vino bianco) o nella variante in porchetta, con aggiunta di finocchio selvatico.
Matelica è anche Città del miele, prodotto che si abbina perfettamente al formaggio. I migliori mieli locali vengono raccolti nell’Alta Valle dell’Esino tra colline e campi dove la flora è ricca di fiori spontanei e l’inquinamento è pressoché assente. Millefiori, miele di castagno e di acacia si affiancano al prodotto tipico che è la melata di quercia, ottenuta dalla linfa fuoriuscita dalle piante a causa dell’azione dei parassiti, dal sapore amaro, ma molto apprezzato.
La quantità e varietà dei salumi prodotti dipende direttamente dalla storia della realtà agricola di quest’area. Quella che anticamente era chiamata “la pista”, cioè la fase di preparazione dei salumi, oggi viene continuata dalle numerose norcinerie artigianali. Non si può perdere l’occasione di assaggiare il ciauscolo, definito il principe dei salumi che l'affumicatura al camino rende particolarmente morbido. Prodotti altrettanto prelibati sono il salame lardellato, la coppa, la lonza ed il salame di fegato.
La produzione dei formaggi è stata sempre molto apprezzata nel tempo. L’allevamento ovino, tradizionalmente costituito da capi di razza vissana e sopravissana, ha dato vita ad una produzione dedicata soprattutto al pecorino e alla ricotta. Il primo, ottenuto esclusivamente da latte di pecora, può essere consumato fresco (in tal caso la forma è cilindrica e la pasta bianca) o stagionato (pastagiallastra e consistenza giallastra e scagliosa).
Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.