Le foglie verdi, gialle e rosse dello scotano valgono il viaggio. Bellezza del paesaggio, profumi di mosti e sottobosco, calore dei tramonti, colori luminosi ed equilibrati. Lo scotano è stato coltivato nelle Marche al 1200 al 1930 per l’alto contenuto di tannini, che venivano utilizzati nella concia dei pellami, oltre che per il suo uso come pianta tintoria.
HUB Agriturismo Bacucco
L’ Agriturismo Il Bacucco offre assistenza per le passeggiate collinari e i collegamenti tra borghi e paesi che si fondono e confondono con la natura e con il paesaggio così tanto caratterizzato dalla presenza di un “foliage autunnale” irripetibile, dato dai colori verdi, gialli e rossi dello scotano e dai vigneti del Verdicchio. Questo bellissimo paesaggio è reso ancora più suggestivo dalla figura di Gherardo Cibo, illustre botanico del 500 e disegnatore di paesaggi marchigiani, che proprio in questo territorio ha vissuto nell’antica Rocca Contrada, oggi Arcevia. Nei terreni dell’Agriturismo vi è la produzione di guado, da cui si ricava l’olio cosmetico di ISATI.
Percorsi di visita:
- Centro culturale San Francesco – Arcevia: Gherardo Cibo, illustre botanico e pittore di paesaggi del ‘500, prese dimora nell’antica Rocca Contrada. Nel Polo Museale di Arcevia è presente una postazione multimediale con le immagini delle famose rappresentazioni delle erbe, contestualizzate nei paesaggi marchigiani. Oggi i suoi raffinati lavori sono conservati nelle più grandi biblioteche d’Europa, tra le quali la British Library di Londra e la Biblioteca Angelica di Roma, dove si conserva l’erbario a stampa dei Matthioli da lui stesso illustrato ed acquerellato per conto dei della Rovere di Urbino;
- Monte Sant’Angelo – Arcevia: A pochi km da Arcevia in località Monte Sant’Angelo, lo scotano è presente in grande quantità ed è il luogo più facilmente accessibile per ammirarlo in natura. Di fronte al ristorante “La Baita” parte una carrareccia (che porta ad un punto panoramico molto suggestivo su Arcevia) percorribile a piedi, ai cui bordi e nel bosco sul lato destro, lo scotano è in massiccia presenza;
- Museo delle Arti Monastiche – Serra De’ Conti: il percorso espositivo, costituito da alcune sale tematiche, raccontano la vita quotidiana delle monache e le loro attività manuali. Le suppellettili e gli oggetti esposti sono stati ritrovati negli ambienti del Monastero di Santa Maria Maddalena, che dal 1586 ha mantenuto la sua sede originaria accanto al museo. Ceramiche, utensili da cucina, contenitori in vetro per la spezieria, ma anche ricami, pizzi al tombolo e disegni ornamentali per paramenti sacri. In particolare evidenziamo la ricetta manoscritta di tintura in nero con le foglie di scotano;
- Parco naturale regionale Gola della Rossa e di Frasassi:
Sentiero dell’Aquila
- Percorribilità: A piedi
- Interesse: Flora, Fauna, Geologia, Panorama, Storia, Fotografia
- Tempo di percorrenza: 2 ore 30 minuti
- Difficoltà: E – Escursionistico
- Dislivello: 200 m
- Tipologia: Anello
- Segnavia: 121, 139 AG, 121 B, 121
Un percorso ad anello di circa 7 Km intorno le cime del versante Nord della Gola di Frasassi, senza particolari difficoltà che permettono di osservare e conoscere le bellezze del Parco a 360°, con l’accompagnamento di 10 pannelli illustrativi e 5 aree di sosta, che rappresenta una fra le tante ricchezze del territorio; un bene privilegiato per essere tramite tra uomo e ambiente; un dono da apprezzare conservare.
Dalla chiesa del villaggio di Vallemania, prendere a sinistra la stradina per un piccolo vigneto, al primo bivio girare a destra per la carrareccia che sale il pendio Ovest di Monte La Croce al valico di Colle S. Angelo (qui troverete il cartello che segnala l’ubicazione della vecchia chiesa di Rosenga, dove viene citato un atto di pagamento del 1262 con corrispettivo a “scotano”).
Proseguire a sinistra, per la carrozzabile, verso le prime case di Rosenga. Da questa piccola frazione si sale, per la carrareccia, al valico che separa il Monte Frasassi dal Monte Ginguno.
Dal valico procedere dritti, Est, immettendosi sul sentiero 139 AG che tenendosi sulla sinistra, conduce al piccolo rifugio della forestale. Proseguire per l’abetaia, che taglia il versante Est del Monte Ginguno e Monte La Croce fino a raggiungere il bivio con il sent. 121 B in località Piano di Serra.
Da questo punto è visibile il borgo di Cerqueto, la cui valle sottostante porta il nome di scotano. Seguire ora il sentiero 121 B che risale il versante Nord di Monte La Croce, attraverso una bassa boscaglia fino a raggiungere il valico che separa Monte La Croce dal Monte Castellaro.
Dal valico, sempre per la carrareccia, scendere a destra sull’opposto versante, attraverso il bosco, raggiungendo nuovamente la chiesa di Vallemania.