La fossa della Corona si trova nella cresta orientale della Sibilla, un anello molto particolare che può essere descritto come “ripido” ed “esposto”. Raggiungere le sorgenti del fosso le Vene è interessante dal punto di vista storico, per rendersi conto di dove vivevano i pastori e quali sentieri dovevano percorrere per abbeverare gli animali. La traccia , purtroppo, sta ormai sparendo.
Si deve percorrere la lunga cresta che conduce fino in vetta al monte Sibilla e la si segue fino a quota 1880 m circa, dove ogni segno di passaggio si confonde con gli innumerevoli terrazzini che contraddistinguono il versante.
Il percorso prosegue su un terreno libero, non ci sono tracce di sentiero ed occorre risalire prati e ghiaioni molto ripidi. Si tratta tuttavia di un terreno su cui ci si può avventurare solo se si è avvezzi a questo tipo di attività e si possiede una formazione alpinistica. Dopo questo tratto il pendio perde pendenza e si riprende il sentiero che segue fedelmente l'affilato crinale.
Dopodiché, si scende per la cresta orientale e si raggiunge il margine superiore della "Corona". Scesi da questa paretina in breve si è alla grotta della Sibilla (o quel che ne rimane) dove ancora oggi si può vedere la scritta scolpita su una pietra (anno 1378). Da qui si segue l'esile sentiero che costeggia la parete rocciosa della Corona per tornare al sentiero principale sul crinale e tornare indietro.
A seguito del sisma del 2016, la zona non è accessibile.