Dolce tipico del periodo di carnevale, è diffuso su tutto il territorio regionale, particolarmente nell'anconetano. Il nome di cicerchiata ha origine medievale e deriverebbe dalla cicerchia, un legume simile al pisello o al cece , molto diffuso nella zona umbro-marchigiana e in tutto il Centro-Sud d'Italia: pertanto il significato di "cicerchiata" sarebbe quello di "mucchio di cicerchie".
Ingredienti:farina, uova, burro (o olio di oliva), mistrà o cognac, zucchero, buccia grattugiata di limone, miele e, a piacere, buccia grattugiata di arancia, canditi, pinoli, mandorle tritate e abbrustolite.
Preparazione:si impasta la farina con uova, burro (o olio), zucchero, buccia di limone grattugiata e mistrà o cognac. L'impasto viene lavorato fino ad ottenere una pasta morbida ed omogenea che, stesa con il mattarello fino ad uno spessore di circa mezzo centimetro, viene arrotolata. Si formano in questo modo bastoncini ("bigoli") che vanno poi tagliati in piccole palline della dimensione di un seme di cicerchia. In una padella, dove intanto si è fatto scaldare lo strutto, si versano le palline facendo attenzione ad agitare spesso la padella in modo da evitare che si attacchino fra loro. Appena le palline assumono una colorazione dorata, si posano a scolare su carta assorbente. In un'altra pentola, nel frattempo, si scioglie a calore moderato del miele (eventualmente anche zucchero) fino a farlo liquefare, evitando che raggiunga la bollitura. Si versano nel miele le palline fritte (a piacere si possono aggiungere mandorle tritate e abbrustolite, pinoli, oppure buccia grattugiata di arance e canditi tagliati a dadini), rimestandoli con un cucchiaio in modo da far legare completamente il composto con lo zucchero caramellato. Successivamente il tutto viene versato su un piatto, modellato con mani inumidite fino al raggiungimento della forma desiderata e lasciato raffreddare e consolidare. La cicerchiata va servita fredda a fette o spicchi e conserva il suo gusto fragrante per alcuni giorni.